top of page
364194.jpg

Degrado ambientale a Calafuria


Uno degli aspetti più preoccupanti in grado di mettere in crisi gli habitat marini è senz’altro legato al riscaldamento globale. Negli ultimi venti anni abbiamo assistito a eventi che hanno interessato anche il nostro mare che nel 2003 mostrò una inversione termica con un riscaldamento sopra i valori medi che si protrasse nel tempo determinando la moria di molti organismi sessili presenti nei primi 30-50 metri di profondità. Questi eventi potrebbero ripresentarsi e diventare più frequenti fino a indurre profondi cambiamenti nella composizione specifica del coralligeno e nella sua struttura. Gorgonie, spugne e madreporari si sono mostrati gli organismi più sensibili a questi eventi.

L’inquinamento in genere influisce sensibilmente sull’abbondanza delle specie che costituiscono il coralligeno. Queste, infatti, diminuiscono con l’aumentare del gradiente inquinante, sia in numero, sia in densità di individui. Certi agenti inquinanti inibiscono la calcificazione e alghe come Mesophyllum sp. sono sostituite da Peyssonneliaceae che hanno una capacità costruttiva molto inferiore. Inoltre, nelle aree inquinate, le specie bioerosive sono più abbondanti.


IMPATTO ANTROPICO

Molte attività umane incidono pesantemente sugli equilibri che regolano questo ambiente, oltre all’inquinamento, la pesca non sostenibile assume un ruolo determinante nel degrado prelevando organismi che contribuiscono a questi equilibri determinando cambiamenti nella composizione della comunità. Tutto ciò richiede una seria politica di gestione delle risorse sfruttabili sulla quale investire finanziamenti concreti e in tempi brevi. Spesso però si assiste a un fenomeno riprovevole che minaccia seriamente il coralligeno. Sono gli attrezzi da pesca persi o abbandonati nell’ambiente, le cosiddette “reti fantasma”, che una volta perse, oltre ad arrecare danno agli organismi sessili residenti, continuano a pescare. In Calafuria, in diversi momenti e coordinati dalla Guardia Costiera, sono stati effettuati interventi mirati alla bonifica dell’area attraverso il recupero di questi attrezzi.

Anche le normali attività subacquee possono impattare sugli organismi sessili come gorgonie e coralli. In tal senso ai subacquei è chiesto di tenere un comportamento corretto nei confronti delle biocenosi presenti cercando di mantenere un assetto di immersione in perfetto equilibrio.


SPECIE ALIENE

C’è infine da considerare la questione alquanto delicata che riguarda l’introduzione di specie aliene che provengono da altre regioni geografiche, in genere trasportate dalle navi e che spesso si sostituiscono a quelle residenti. Nel coralligeno il fenomeno è relativo soprattutto all’insediamento di alghe verdi come le Caulerpales in particolare Caulerpa cylindracea che ormai ha colonizzato praticamente tutta l’area del mare toscano compreso le isole esclusive di Gorgona, Pianosa e Montecristo. Il suo rapido espandersi è dovuto probabilmente al trasporto passivo tramite le ancore. Piccole alghe rosse quali Womersleyella setacea, Acrothamnion preissii e Asparagopsis taxiformis, alga cosmopolita di acque tropicali sono sempre più abbondante nei nostri fondali.


MISURE DI PROTEZIONE DEL CORALLIGENO

Al fine di preservare questo particolare habitat sono state intraprese varie strade, tra le quali la scelta di specifiche misure di protezione del coralligeno che fanno riferimento al Regolamento del Consiglio Europeo No 1967/2006 e che rientrano nel Piano Mediterraneo dell’UNEP/MAP e nelle Direttive Europee (Uccelli, 79/409/CEE poi 2009/147/CE; Habitat, 92/43/CEE; Acque, WFD 2000/60/CE, Strategia Marina, MSFD 2008/56/CE e Spazi Marittimi, 2014/89/UE).

In concreto crediamo che lo strumento migliore per la protezione di ambienti peculiari e di alto valore biologico come Calafuria sia il S.I.C. (Sito di Interesse Comunitario). La Giunta Regionale, in data 26 maggio 2021 con Delibera n. 30 del Consiglio Regionale della Toscana ha decretato la proposta del SIC di Calafuria, quale area terrestre e marina cod. Natura 2000 IT5160023 da salvaguardare. La porzione marina, poco meno di 200 ettari e circa 4 km di costa, è compresa tra i due castelli del Boccale e di Sonnino, le due foci dei torrenti Marroccone a Nord, Rogiolo a Sud e delimitata in mare dalla batimetria dei 40-50 metri. A terra, oltre la strada statale, si estende con una porzione importante delle Colline livornesi.

Nell’ambito di questa risoluzione l’Associazione Costiera di Calafuria ha suggerito diverse proposte alcune delle quali già realizzate come la “Boa Mirna” che costituisce un punto di facile attracco per i natanti dei diving, evitando così l’uso delle ancore che inevitabilmente impattano sulle biocenosi di fondo. La boa costituirà anche stazione di monitoraggio di alcune caratteristiche ambientali quali temperatura, correnti locali, ecc. Altre proposte hanno individuato la Torre di Calafuria come possibile Punto Informativo dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (LR 30/2015) e pensato alla realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale del Romito che riesca a recuperare le aree dismesse delle cave di Calignaia e che risponda alle esigenze operative sia della parte a mare, sia di quella a terra delle Colline livornesi. Coinvolgendo anche altre Associazioni afferenti sempre al Terzo Settore, il Centro potrebbe sviluppare attività culturali, nonché realizzare progetti finalizzati alla conservazione e divulgazione scientifica per la tutela della costiera di Calafuria. Gli attori principali di questo percorso, non potranno che essere cittadini in genere e le scuole di ogni ordine e grado.



 

Visita il sito dell'Associazione Costiera di Calafuria



46 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page