di Diego Guerri | Presidente WWF Livorno e Occhi sulle Colline
In principio c’era un’idea, quella di un Parco che comprendesse interamente tutto il territorio dei Monti Livornesi (l’immagine è tratta da “Storia dei Monti Livornesi” di G. Barsotti). Parliamo degli anni ’80. Per arrivare all’istituzione ufficiale di un’area protetta abbiamo dovuto attendere però il 2000, e ancora 8 anni prima di avere un Piano e un Regolamento. Nasceva con fatica il Parco Provinciale dei Monti Livornesi: 3 piccoli lembi di territorio scollegati tra loro, solo in parte ricongiunti con l’istituzione di alcune ANPIL (Aree Naturali Protette di Interesse Locale) gestite dai Comuni. Non era l’idea da cui eravamo partiti, ma è stato ancor più grave il non essere riusciti a veder concretizzare le ottime intenzioni e i progetti scritti sul Piano del Parco.
Nel 2015 la Regione Toscana ha mischiato tutte le carte con la legge 30, alla Provincia furono contemporaneamente tolte le competenze sul settore e occorreva rimettere dunque mano alla classificazione delle aree protette. È nata una nuova partita giocata da Regione, Comuni del territorio e società civile per confermare, e magari migliorare, la tutela nel nostro territorio. Eccoci dunque al quadro attuale delle aree protette che vede una Riserva regionale, le sue Aree contigue e le novità del SIC Monti Livornesi e del SIC Calafuria terrestre e marino. Non è ancora l’idea da cui eravamo partiti, ma a questo punto, al di là dei confini, il nostro dovere è dopo tanti anni quello di costruire una vera area protetta per i Monti Livornesi non più solo disegnata sulla carta.
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