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LA MACCHIA MEDITERRANEA

Cenni generali

Per macchia s'intende una boscaglia costituita da arbusti (in prevalenza) ed alberi (pochi) sempreverdi, con foglie di colore verde scuro, di consistenza coriacea (sclerofille) e di piccole dimensioni (microfille). Simili caratteristiche rappresentano una forma di adattamento della cenosi all'aridità e al notevole irraggiamento estivo del clima mediterraneo. La macchia rappresenta la formazione vegetale più rappresentativa della regione mediterranea ed anche nel territorio del Parco dei Monti Livornesi è molto diffusa; la troviamo distribuita dal livello del mare fino a ricoprire le cime più alte dei Monti Livornesi. Le componenti principali dello strato arbustivo sono costituite da: Corbezzolo, Mirto, Lentisco, Fillirea, Alaterno, Erica e, fra i rampicanti, Caprifoglio, Smilace e Clematide; quelle dello strato arboreo sono costituite da: Leccio, Pino d'Aleppo e Sughera.


Si parla distintamente di macchia "alta" quando gli alberi e gli arbusti che la compongono non superano i 4-5 metri d'altezza; di macchia "bassa" quando si rinvengono solo arbusti con un'altezza di 1,5-2 metri. La prima è diffusa nei versanti più freschi e dove la profondità del terreno è maggiore (in queste stazioni possono fare la loro comparsa anche esemplari di Cerro e Roverella); la seconda è presente nelle stazioni limitate da fattori ecologici avversi - alle quote più alte dei rilievi (dove lo strato di terreno è molto ridotto), sui versanti esposti a Sud (più assolati ed aridi) e ad Ovest (dove l'aridità è accentuata dai venti che spirano dal mare) - ma anche in aree in via di rinaturazione (cave e coltivazioni abbandonate da molti anni, aree percorse da incendi, arginature stradali). Lo strato arbustivo della macchia bassa si arricchisce in questi casi anche di Cisti e/o di Ginestre, ed ai margini della stessa è frequente il ricercato Asparago selvatico (***Asparagus acutifolius).


Sottotipi e Varianti:

Macchia media mediterranea

Questo tipo raggruppa popolamenti che anche dopo 30-40 anni dall’ultimo taglio (o in- cendio) non superano i 3 metri di altezza. La fisionomia è quella di un ceduo o di un arbusteto molto denso ed intricato composto da eventuale leccio con molti arbusti-alberelli sclerofillici (corbezzolo, filliree, e, nelle zone più calde, lentisco e mirto), con arbusti pionieri (eriche, leguminose di tipo “ ginestra” ). Possi- bili alcuni elementi del bosco di caducifoglie, come per esempio, l’orniello. I sottotipi di mi- nore degradazione possono essere confusi con fasi di ceduo giovane (“ forteto” ) delle leccete.


Macchia bassa mediterranea

Cespuglieto da degradazione alto fino a m 1,5, o poco oltre, passante a gariga, conte- nente ancora sclerofille (lentisco, mirto, fil- liree, corbezzolo) con erica arborea e con pre- senza qualificante di arbusti del genere Ci- stus, di leguminose (Calicotome, Spartium, Ulex - a nord-) e di suffrutici aromatici: la- vande, rosmarino, timo volgare, ecc.

La Macchia bassa e la gariga possono apparire anche come sottobosco di Pinete di pino d’ Aleppo, di pino domestico e di pino marittimo.

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